Il giorno 3 maggio 2018 è passato in assoluto relax, per recuperare la stanchezza moscovita. Nel pomeriggio, con Guido e Olga andiamo a fare una passeggiata e ne approfitto per comprarmi un paio di scarpe, mocassini comodi, per permettere al mio piede martoriato di non peggiorare. Il negozio, come altri, si affaccia in una piazza, incrocio di grandi strade di comunicazione. Guido mi spiega l’importanza di un monumento che si erge tra la fontana e la strada. Interessantissimo conoscerne la storia che vi linko onde evitare di dimenticare qualche particolare.
Prima di rientrare a casa facciamo spesa e per cena , momento importante che riunisce tutta la famiglia, preparo un gustoso piatto di farfalle al salmone(fresco e davvero a buon mercato in Russia) . Sarà stata la passeggiata, l’arietta fresca che soffiava in città ma abbiamo spazzolato il tutto, lasciando uno sconsolato piatto da portata solo soletto. 🙂 Dopo cena una piacevole conversazione(grazie al traduttore del telefonino) con Alessia, sorella di Olga. Decidiamo di andare a letto presto perché l’indomani ci aspetta una giornata importante e interessante.
Eccoci al 4 maggio, il grande giorno! Guido, Olga, Alessia, Matteo ed io siamo tutti nervosi, specie Guido e Olga. Non capivo il perché ma poi, ho pensato, che non era nervoso ma solo tensione prematrimoniale. Si perché alle 15 ci aspettavano per la piccola cerimonia, ma di grande importanza. Alle 14 siamo tutti pronti per andare al centro convegni(sede provvisoria dell’anagrafe) dove avrà luogo l’evento. Il taxi ci porta in loco, Olga Alessia e Matteo in un taxi diverso, Guido ed io in un altro. Arriviamo prima di loro e aspettiamo al cancello. Guido si accerta che anche gli altri arrivino, tramite una telefonata. Infatti erano fuori del piazzale che si avvicinavano.
Tutti ci incamminiamo e questa foto è davvero rappresentativa.
Chissà cosa c’era dentro la mente e il cuore di tutti. Il mio batteva forte. Ci fanno entrare in un salone anticamera da cui si accede a quello ufficiale. Entriamo Alessia, Matteo ed io, mentre gli sposi rimangono fuori per qualche minuto. Una elegantissima signora, ufficiale di stato civile del comune di Kazan, dà il segnale e parte la marcia nuziale per gli sposi, che entrano durante la musica. Erano tesi come corde di violino e noi spettatori emozionati per loro.
Sfumata la musica, l’ufficiale di stato civile( una signora elegantissima in abito lungo blu) inizia a leggere la formula di rito in lingua russa. Legge le generalità degli sposi e poi li inviata a rispondere “da”, ovvero si. Seguono le firme del registro iniziando da Olga, cittadina russa e a seguire Guido. Tre firme ciascuno. Finite le firme gli sposi si portano al centro della sala davanti ad un tavolino ove, in un cuscinetto di raso bianco e perle ci sono le fedi nuziali; scambio degli anelli(per la cronaca sulla mano destra);
un bacio tra gli sposi suggella la cerimonia,
ma ancora non è finita.
Per tradizione c’è un candelabro con due candele sopra il tavolino, ove avevano firmato, poco prima. Gli sposi, prendendo il fiammifero con la loro mano destra, accendono insieme le due candele ( che rappresentano i due sposi) che da oggi in poi saranno illuminati da una sola luce, quella del loro amore. Un augurio molto profondo per la vita insieme. ❤
Insolito per le nostre latitudini ma è stato ufficializzato che Olga, dal giorno dopo, perderà il suo cognome di nascita e sarà Olga G. prendendo il cognome del marito. Mantiene il patronimico di Vladimirovna (figlia di Vladimir). Usi e costumi che trovi.
Finita la cerimonia, l’ufficiale di stato civile, in russo, chiede a tutte le persone presenti di avvicinarsi, per salutare e baciare gli sposi. Quando ha chiamato “Mama” mi sono avvicinata ed ho abbracciato Olga e Guido come si addice ad una “Mama”. Non vi nascondo che fin dal mattino e, continuando, mentre fotografavo gli sposi, ho pregato per loro. Seguono baci e abbracci con il resto delle persone presenti. Eravamo solo in 5 ma gli abbracci sono stati commossi e molto belli. ❤ Olga non ha la famiglia, (non ha conosciuto la mamma, un po’ come la mia storia) e vive, dopo la morte del padre, con la sorella e suo nipote. Scattano foto ufficiali e fanno anche un filmino di tutta la cerimonia. Ci fanno uscire in un’altra stanza, attigua, e dopo circa dieci minuti ci fanno vedere le foto di varie dimensioni già inquadrate e il filmino già trasferito in una chiavetta proiettato nella tv presente in sala. Decidiamo di comprare una foto dove eravamo tutti come regalo agli sposi e ne ho prese due più piccole quadrate, protette da plexiglass con magnete dietro, per me e il padre di Guido. Nei nostri telefonini avevamo tutte le foto scattate da Alessia, Matteo ed io, durante tutta la cerimonia. Non meritava spendere ulteriori soldi, anche se non tanti. Mi soffermo a pensare alle conseguenze immediate di questa cerimonia. Cambiano tantissime cose fra tutti noi; Guido e Olga diventano marito e moglie, Alessia diventa cognata di Guido, Matteo può chiamare zio Guido, io divento ufficialmente “suocera” anche se Olga mi chiama da tanto mamma! In mezzo a tutti questi intrecci parentali, c’è una creatura che diventerà figlia dei due sposi, che diventeranno babbo e mamma, nipotina/o di zia Alessia, cuginetto/a di Matteo e cambia il mio stato personale perché mi farà diventare una “bàbuska” felice. 🙂 Quanta vita in tutto questo! Senza poi contare che Matteo, il nipote di Olga, mi chiama “babuska” perché sono un po’ anche sua nonna! Che tenerezza infinita. Quando mancano riferimenti famigliari si sente il bisogno di “adottare” quelli di altri. Mi ha fatto felice essere scelta come nonna da Matteo, smilzo e altissimo “nipote” di soli 15 anni! In soli trenta minuti finisce il tutto; gli sposi,e tutti noi,siamo sorridenti e sereni.
Soffia un vento freddissimo e decidiamo di prendere l’autobus per andare in centro di Kazan, dove saremo a cena tutti insieme per festeggiare l’evento. C’è tempo per fare fotografie davanti agli edifici più importanti. Guido vuole portare due rose a un monumento ai caduti di giovani tartari nella guerra in Afganistan, le cui tombe sono allineate in una collina che sovrasta il centro, sotto alberi di betulle. Non nascondo che leggere la giovane età di questi ragazzi mi ha fatto male al cuore.
Alle 18,45 ci aspettano al ristorante per cena. Ci rilassiamo e riposiamo intorno al nostro tavolo. Finalmente, in questo ristorante dal nome italiano, riesco a scegliere pietanze adatte a me dato che il Menù è scritto in russo, tataro e ITALIANO. Davvero finalmente! Restiamo fin verso le 21 conversando e ridendo. Il responsabile di sala è italiano e scambiamo due chiacchiere sugli ingredienti dei cibi scelti. Le mie intolleranze rivendicano i loro diritti. Facciamo un brindisi augurale, offerto dal ristorante,
e ci avviamo per prendere il taxi per tornare a casa. Bello il centro di Kazan di notte. Guido mi dice che mi porterà a visitare il Cremlino, o cittadella del potere, nei giorni successivi.
Una nota per sottolineare il costo dei taxi: Sono molto economici e ce ne sono tantissimi, tutti ufficiali. Si prenotano dal cellulare e la corsa viene registrata. Alla fine la spesa non supera i 2,5 € o 3. I chilometri sono diversi per rientrare a casa.
Appena rincasati ci mettiamo comodi per rivedere il filmino in tv e ci ricommuoviamo di nuovo. Tra una lacrima, un sorriso andiamo a dormire.
Grazie Signore per questa grande Gioia! ❤ 🙂
..continua.